giovedì 22 ottobre 2009

sperimentazioni farmacologiche

Quando si fa notte i ritmi circadiani, come è del resto evidente anche all'osservatore meno esperto, si distruggono.
La notte la passi più o meno in piedi, e per quanto stanco morto tu sia al mattino dopo, tra dare consegne, prendere la macchina, attraversare la città,ci perdi del gran tempo. Diciamo che arrivi a casa per ben che vada alle nove e mezza, spesso almeno alle dieci.
Ti metti a letto, tendenzialmente sudato, puzzolente, schifosetto.
Sprofondi in pensieri lubrichi perchè la notte fa anche questo, ma nessuno li può soddisfare quindi nisba.
Ti giri e ti rigiri.
Ancora.
Ancora.
Ancora.
Ti inizi ad innervosire perchè vorresti dormire, sei stanco morto, e poi mica puoi stare tutto il giorno a letto, ci sono miliardi di cose da fare, e tra poco ti devi alzare,e il tempo passa, e non prendi sonno.
Più ti innervosisci, meno ti addormenti.
Ovvio.
Tu poi che proprio il sonno facile non cel'hai, diciamocelo.
Allora nel tempo sviluppi delle strategie. Essendo escluso l'arrivare sino alla sera dopo senza dormire, pena l'uccidere qualcuno nel corso della giornata per incazzosità suprema, ti riduci a farti di sonniferi alle dieci del mattino peggio di Liz Taylor.
E funzionano.
In genere opti per il Valium, caro vecchio amico, una bella molecolazza antica che rincoglionisce abbestia ma non può fallire. E' come ritrovare un vecchio amico, confortante, che non ti tradisce.
Peròti senti una cacca a doverti far di sonniferi alle dieci del mattino come Liz Taylor O Kurt Cobain, hai presente pure come son finiti, dopo.
Allora sviluppi strategie diversificate.

Oggi il protocollo di studio ad esempio prevede che, appena giunto a casa dopo notte di merda seguita a pomeriggio in sala operatoria, per star leggero, alle dieci del mattino, mangi pane e prosciutto crudo innaffiando il tutto con del Valcalepio della Val Brembana.
Così almeno ti riduci come un alpino.
Speriamo funzioni.

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