mercoledì 25 novembre 2009

ordinarie storie di misantropia

Si, ok, la professione medica dovrebbe spingerti alla filantropia.
Ok ok, va bene, può essere vero. Dovresti fare questo lavoro per il bene del prossimo, non per altre motivazioni (che nel nostro caso, non sussistono infatti: di soldi a palate, manco a parlarne, di prestigio sociale, un cazzo, visto che la maggioranza del pubblico non pensa nemmeno che siamo medici, di soddisfazioni personali, oltre a quella, rara, di veder scivolare il chirurgo su una buccia di banana, pochine).

Ma il quotidiano incontro col tuo prossimo sa essere snervante e portarti al logorio più intimo.
Nulla può snervare il medico come il paziente che chiede informazioni.
Intanto, lo becchi da lontano, e cerchi un metodo per scomparire dal suo campo visivo. E' lì in mezzo al corridoio che aspetta solo di veder comparire un camice di qualsivoglia colore per arpionare il malcapitato. Generalmente chiede di reparti o ambulatori sconosciuti e inculatissimi, per cui dopo le prime due volte in cui la coscienza ti ha spinto inopinatamente a spiegare la strada giusta arrivado al caso di disegnare una piccola mappa, la tua risposta stereotipata sarà "vada lì in fondo a destra - a caso- poi richieda".
Ok ti senti uno stronzo.

Però, voglio dire, possibile che uno debba sentirsi chiedere informazioni anche quando sta portando in giro un malato intubato con sei pompe siringhe e un defibrillatore sulla barella? Non gli sovviene il pensiero che l'ambulatorio di fottuta dermatologia non sia proprio in cima ai tuoi pensieri?

Oppure quelli che sbagliano ascensore, ma non se ne fanno una ragione.
Li vedi da in fondo al corridoio fermi davanti ad un ascensore che va soltanto con una chiave, e che quindi non risponderà alla loro chiamata in nessun modo, tempestato di cartelli tipo "riservato al personale" "va solo in rianimazione" "l'ascensore che state cercando non è questo" "chi sale di qui lo intubiamo".
Ma leggere, io dico, visto che siete lì davanti da dieci minuti e certo non arriverà, leggere, è troppo difficile?

martedì 3 novembre 2009

e comunque, tutto è relativo, e forse dipende pure dal culo

Alle sette del mattino piomba in rianimazione Chirurgo Stronzo anche se Con un Bel Culo e inizia la sfuriata.
Motivo: la sera prima è stato messo in forse il suo intervento di oggi che richiede ricovero postoperatorio in terapia intensiva, e mica per altro, ma perchè praticamente in rianimazione ci sono i letti a castello ormai.
Per cui la sera prima si era pensato di preallertarlo, mica che poi sitrova la sgradita sorpresa alle sette del mattino appunto.
Entra e si mette ad urlare.
Manco la rianimazione fosse un posto dove i posti si prenotano come a teatro.
Manco fosse accaduto più di una volta negli ultimi 10anni che salta un suo intervento.
Non ascolta nemmeno che gli stiamo dicendo che il suo malato al momento presente è già sul letto operatorio, forse pure già intubato.
Niente, c'ha la rabbia da sfogare e basta. Roba che gli metteresti le mani addosso, e non solo al culo, diciamolo, ma anche al collo per esaminare la gradazione della cianosi periferica nel suo insorgere.
La Grande Capa della rianiamzione con un savoir faire che in effetti le è nuovo lo calma e lo riporta ad un tono di normalità.
Poi lui se ne va, finalmente, e i colleghi le saltano addosso.
"Ma che cazzo, già uno che urla così, bisognerebbe sospendergli tutti gli interventi a prescindere, che andasse affanculo lui e ilsuo bel culo, ha rotto le palle, e tu,poi, che lo difendi e lo calmi invece che sbattergli la meritata porta in faccia, ma ci svendiamo proprio cazzo".
" Ok ragazzi, ma come vedete, purtroppo con questi qui bisogna viverci e conviverci, quindi meglio non essere sempre sul filo del vaffa, meglio conservare un rapporto decente, meglio per tuttii, no?"

Passano dieci minuti e squilla il cicalino.
Chirurga Giovane e Negata chiede lasolita stronzata quotidiana.
La capa della rianimazione le sbatte a malo modo il telefono in faccia, chiedendo ad alta voce "ma a questa qui, non le possiamo sparare? No, una cose veloce, un colpo in fronte e via, l'umanità si solleva da un peso".

Alla faccia del mantenere i buoni rapporti.